3 mosse per un’azienda al passo con la rivoluzione digitale

L’era digitale in cui viviamo oggi non ha rivoluzionato soltanto le tecnologie ma ha scardinato profondamente i processi economici così come li abbiamo conosciuti nei decenni scorsi. Tanto che la parola “digitale” viene spesso associata, soprattutto in ambito marketing, a disruption, rottura.

Di per sé le espressioni digital o innovation disruption non hanno un’accezione negativa. Indicano soltanto la velocità di un passaggio da un sistema all’altro divenuta ormai abituale a causa delle trasformazioni continue provocate dal digitale. Per imprese e persone sono un dato incontrovertibile ma possono anche diventare un’occasione di consolidamento, sviluppo del business e di miglioramento della qualità della vita.

Tutto sta nel capire se imprese e persone stiano subendo passivamente gli effetti di questa rivoluzione o stiano sfruttandone i vantaggi. 

1. Rivoluzione digitale: se non ora, quando?

La tua azienda è al passo con la rivoluzione digitale? Comprenderlo non è solo un modo per trasformare il cambiamento in nuova opportunità, ma anzitutto per rispondere a una domanda ancora più radicale: se non ora, quando?  

La citazione del titolo del romanzo di Primo Levi, in questo caso, è quanto mai pertinente. L’unica alternativa possibile, se non si è al passo con la rivoluzione digitale o se non ci si impegna ad adeguarsi in tempi celeri, è quella di soccombere.  

Questa è la prima mossa da fare: rendersi conto che c’è un problema. La risposta autoassolutoria “abbiamo sempre fatto così” è l’anticamera del fallimento. 

2. Analisi della dimensione digitale dell’azienda

La seconda mossa, subito dopo la presa di coscienza che il mondo è cambiato, va nella direzione di un’analisi approfondita di quella che possiamo definire “dimensione digitale” dell’azienda. Non si limita a controllare la dotazione hardware e software disponibile ma deve andare in profondità per valutare i dati; valutare il loro livello di condivisione; valutare la velocità con cui vengono utilizzati generalmente; capire quando prendere decisioni tattiche e strategiche. 

Perché è assai probabile che già esistano in seno all’impresa dei database, degli applicativi, dei gestionali, dei software. Ma la vera domanda è: quanto le informazioni contenute in questi supporti digitali sono condivise? A cui se ne aggiunge un’altra: quanto la condivisione – piena, carente, frammentaria – di queste informazioni si riflette sull’andamento organizzativo?

3. Comprensione dei “contesti” e Alveare Digitale  

Affinché l’analisi possa essere condotta correttamente, è molto utile individuare i “contesti” dell’azienda. Azione che deve essere necessariamente affiancata dall’adozione di un Alveare Digitale SweetHive, una piattaforma collaborativa che integra il Context Sharing. Grazie a un sistema informatico di condivisione contestualizzata si riesce a fare un’analisi del flusso informativo aziendale e, contemporaneamente, si supera quel digital divide interno che zavorra ogni funzione aziendale in compartimenti stagni che comunicano poco o niente tra di loro. 

A questo proposito, ti consigliamo di leggere qui.

Il contesto, invece, è l’ insieme di fatti e circostanze entro cui si verifica e da cui risulta condizionato un determinato evento. Ciò significa, per esempio, che non basta avere una serie di dati di un reparto aziendale per poterne ricavare un valore, cioè un’informazione spendibile sul mercato o nella conduzione dell’impresa. Bisogna che il dato sia, appunto, contestualizzato. Se in un determinato periodo dell’anno la produzione dell’azienda cresce o diminuisce, questo può dipendere da almeno tre fattori produttivi: lavoro, capitale e organizzazione. 

Un sistema informatico di Context Sharing, come l’alveare digitale SweetHive ti permette, quindi, di ottenere velocemente gli indicatori di cui hai bisogno, facendoti entrare pienamente nell’era della rivoluzione digitale.