L’influenza cinese che ha cambiato la mia vita… nel 2011

L’influenza cinese che ha cambiato la mia vita… nel 2011

L’influenza cinese che ha cambiato la mia vita… nel 2011

L’emergenza che stiamo vivendo in questi giorni ci sta mettendo alla prova. Con buone probabilità ci vedrà cambiati – speriamo in meglio – con un’idea più chiara di cosa sia lo smart working. A tale proposito, vogliamo condividere com’è nato SweetHive, la piattaforma alla base di BusinessRM, con questo contributo di Danilo Rea, founder del progetto.

Quella terribile influenza che presi in Cina

Nel 2011 stavo lavorando in Cina, a Wuxi, presso un enorme impianto per la produzione di tubi. Ero lì da qualche settimana quando presi una terribile influenza. Fui obbligato a rimanere per più giorni in albergo con la febbre alta. Era pieno inverno e fuori c’erano -10 gradi: non si prospettava un breve recupero.

Con gli altri colleghi europei ci prendevamo in giro via SMS, perchè il virus ci stava colpendo uno dopo l’altro: si trattava di una influenza comune, non grave. Ma la storia della SARS non era molto distante e l’ironia era il modo migliore per affrontare la cosa.

Come è nata l’idea di SweetHive

In questi giorni di caos per il coronavirus la mente mi rimanda spesso a quel periodo, perchè fu quella malattia e quei giorni con la febbre a cambiare la mia vita. Durante una di quelle notti in cui aspettavo che le medicine mi dessero un po’ di sollievo, mi ritrovai a guardare i grattacieli di fronte alla mia finestra.

Fu allora che immaginai per la prima volta la piattaforma che sarebbe diventata SweetHive, la piattaforma alla base di BusinessRM.

La strana relazione tra un’influenza leggera e SweetHive

Centinaia di migliaia di finestre davanti a me corrispondevano a migliaia di uffici, appartamenti, scuole e molto altro: questa immagine cominciò a solleticare la mia immaginazione. Cominciai a chiedermi come fosse possibile replicare questa molteplicità di situazioni, dietro le quali c’era un ordine e un senso, nell’era digitale.

Ricordo che la sola idea di poter risolvere un problema come questo mi diede abbastanza energia da scendere dal letto, registrare un dominio e cominciare a prendere appunti sul concetto di digital hive.

Ci sono voluti 3 anni per far partire SweetHive nella Silicon Valley e successivamente aprire la sede operativa a Milano. E ne sono passati altri 5 di anni per vedere il progetto in azione, aumentare i clienti e sviluppare i cluster tematici per penetrare in diversi settori e aprire un ufficio a Londra. Col senno di poi, senza quel virus, non ci sarebbe mai stato niente di tutto questo.

SweetHive e l’alveare digitale

Torniamo ora a noi, a questo periodo di informazioni confuse, di prospettive economiche imprevedibili. Giorni in cui le scuole devono fare i conti con l’e-learning e le aziende con lo smart working.

Obbligati dalle circostanze ad entrare in connessione digitale tra di noi, questo è il momento in cui può diventare più evidente per tutti il concetto di “Alveare digitale”. Non basta avere le chat, video call, che ci permettono di entrare in relazione: servono strutture flessibili per aiutarci a capire dove siamo con le nostre attività e come procedono.

Abbiamo bisogno di un supporto che replichi nel cloud gli schemi e l’organizzazione della nostra routine quotidiana: una corrispondenza precisa – attualmente inesistente – tra il mondo fisico e quello virtuale. Questa corrispondenza si chiama Digital Hive o alveare digitale, ed è alla base di tutto il nostro lavoro su SweetHive e BusinessRM.

Cosa ho imparato dal digital hive durante questa seconda (e decisamente più devastante) influenza?

Ovunque io sia fisicamente, il mio digital hive mi supporta quando sono a casa o in azienda o in tutte quelle comunità e posti a cui tengo, come la famiglia e gli amici. Sento di poter sempre lavorare e interagire senza che mi manchi qualcosa. Non mi fermo mai ma, allo stesso tempo, non mi sento pressato da mille input. Non ho la sensazione di essere isolato a causa di forza maggiore.

Gli alveari digitali ci aiutano a far andare avanti le cose nel modo migliore, mantengono le persone connesse e impegnate. Permettono a noi e ai nostri utenti di ricreare online il mondo fisico che è prima di tutto una rappresentazione ordinata nella nostra mente.

Ci aiutano ad allinearci ogni volta al mindset più adeguato in considerazione del contesto in cui operiamo (ufficio, scuola, città,…). Replicano le pareti, i mobili, gli uffici e perfino l’angolo caffè.

Il mio auspicio per il futuro

Ho cominciato questa storia parlando di una influenza cinese nel 2011. Ho ripensato a quei momenti nel passato, forse anche perchè trovo difficile decodificare questo presente. Forse perchè devo capire meglio (o sento di dover condividere) gli strumenti che possiamo usare per affrontare il futuro.

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