La condivisione come codice culturale – La versione di Barney

La condivisione come codice culturale – La versione di Barney

La condivisione: un codice culturale per l’organizzazione

Dalle soft skills delle persone, passando per la digitalizzazione tecnologica per arrivare alla condivisione come il vero input di comunicazione aziendale. Questo è il valore che dobbiamo apprendere dalle sfide che la pandemia Covid-19 ci sta facendo affrontare.

Il valore della condivisione

Negli ultimi anni abbiamo fatto sintesi della nostra esperienza professionale e umana e abbiamo codificato, quindi adottato, quello che definiamo il nostro paradigma di creazione del valore per l’organizzazione: la condivisione come codice culturale per l’organizzazione.

Se era valido nel presente-che-ci-stiamo-lasciando-alle-spalle per creare valore, lo è ancora di più nel presente-che-stiamo-affrontando per ri-creare il valore che uscirà distrutto da questa pandemia.

Tre fattori per creare valore

Siamo convinti che il fine di ogni organizzazione sia quello di creare valore e che, per farlo con successo, sia indispensabile la combinazione di questi tre fattori:

1. Le persone

Per le loro soft skill e in particolar modo per la cosiddetta ‘capacità’: capacità di immaginazione, di elaborazione, di apprendimento, di adattamento; definita anche come ‘virtù personale di orientamento al successo’ (naturalmente le competenze, hard skill, sono la ragione prima per cui le persone ricoprono il ruolo).

2. La tecnologia

Per la sua peculiare caratteristica di ‘disintermediazione’. In ogni rivoluzione industriale la tecnologia si è contraddistinta per una nuova scala di disintermediazione tra il lavoro e l’uomo. Oggi più di ieri, la digitalizzazione ne è l’espressione più avanzata.

3. La condivisione

La condivisione come nuovo – o rinnovato – ‘codice culturale’. Rappresenta il lievito per le organizzazioni definibili come smart.

Qualunque sia la vostra organizzazione, questa combinazione può rappresentare il paradigma per interpretarne il successo.

Il codice culturale dell’organizzazione

Oggi la tecnologia digitale rende più facile la comunicazione e la trasmissione dei contenuti bypassando tutte le intermediazioni dei filtri intermedi, ma da sola rischia di essere anche pericolosa. Che la comunicazione diretta trovi persone con le giuste soft skill costituisce condizione necessaria ma non sufficiente.

È necessario che l’organizzazione sviluppi un codice culturale proprio per tenere insieme in modo proficuo la disintermediazione portata dalla tecnologia digitale e la capacità quale virtù personale.

Ascoltiamo o leggiamo frequentemente che uno dei problemi in azienda sia quello della ‘comunicazione’. Invitiamo a virare l’attenzione alla ‘condivisione’ come codice culturale della propria organizzazione e non tanto come risultato di una metodologia comunicativa. Qualunque azione si intraprenda in questa direzione, ne uscirà un organismo geneticamente modificato.

BusinessRM e la condivisione come codice culturale

BusinessRM, nell’organizzazione della sua piattaforma di comunicazione, utilizza la metodologia Context Oriented Management (C.O.M.). Essa permette di creare le migliori condizioni che favoriscono la combinazione di questi tre fattori: Persone+Tecnologia+Condivisione. Scopri perché usare questa tecnologia.

Un ultimo suggerimento: i codici culturali dell’organizzazione in azienda sono sempre governati dall’alto. È quindi compito dell’imprenditore, della proprietà e/o dell’alta direzione, quello di guidare i codici valoriali dell’organizzazione.

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