Come organizzare la tua azienda e renderla più competitiva

Come organizzare la tua azienda e renderla più competitiva

Come modificare l’organizzazione della tua azienda e renderla più competitiva

L’economista giapponese Masaaki Imai ha ricordato in un’intervista una delle cinque regole del Kaizen, il metodo ideato da lui stesso che coniuga cambiamento (Kai) e meglio (Zen):

Ogni volta che la situazione diventa critica, la maggior parte delle aziende sceglie una ristrutturazione finanziaria, mentre la riorganizzazione operativa è molto più importante.

A prescindere dal fatto che la metodologia nipponica sia considerata efficace o meno, il suggerimento di Imai sull’importanza di modificare l’organizzazione aziendale per renderla più competitiva è da prendere sul serio. Ma da dove si comincia? 

Il paradigma delle 3C

Un’indagine della SDA Bocconi su 200 manager ha messo in luce che cosa servirebbe allo scopo. Metà del campione è stato concorde nell’individuare nel cosiddetto paradigma delle 3C una possibile risposta. In sostanza, secondo gli intervistati, le persone in azienda dovrebbero: 

  • collaborare andando oltre i confini delle funzioni di appartenenza;

  • comunicare apertamente tra loro;

  • condividere informazioni e conoscenze riducendo le eventuali asimmetrie informative.

La ricerca della Bocconi parla di “proattività” come condizione necessaria per il successo dell’impresa, cioè di quella capacità di percepire in anticipo i problemi, le tendenze o i cambiamenti in modo tale da pianificare per tempo le azioni opportune. In altri termini, per essere competitivi bisogna essere soprattutto veloci.

Individuato il problema, resta da capire come risolverlo. Persino la Scuola di Direzione Aziendale di Milano sottolinea la difficoltà di trovare modelli organizzativi adeguati. Forse perché spesso i modelli esistenti vengono applicati in maniera schematica su tipologie differenti di imprese. Oppure propongono un sistema rigido con l’intento di rendere l’organizzazione più flessibile, il che è un controsenso. 

L’alveare digitale e la gestione dei contesti: non un modello ma un metodo  

La prima cosa da tenere presente per la tua azienda è che oggi la disponibilità di nuove tecnologie permette di avere soluzioni semplici ed economicamente sostenibili per gestire il cambiamento. La flessibilità delle applicazioni informatiche, che magari si integrano con quelle già presenti in azienda (CRM, ERP, database ecc.), deve essere al servizio della duttilità del modello da utilizzare per favorire il mutamento della tua struttura organizzativa. In tal senso, più che di un “modello”, la tua azienda ha bisogno di un metodo. 

Come quello, per esempio, del Context Oriented Management, utilizzato nell’alveare digitale SweetHiveSweetHive con laGestione dei Contesti non parte da assunti assiomatici ma dalla rilevazione sul campo dei processi aziendali e delle attività inerenti. Sembrerebbe un modo diverso per definire le aree o le funzioni aziendali. In realtà, l’approccio classico per area crea spesso dei silos informativi che impediscono il dialogo e l’interscambio. 

Chi ha la responsabilità del reparto vendita, per esempio, sa poco o nulla della situazione del magazzino, in capo al referente della logistica. E questo vale sia per il management sia per il personale impiegato nelle singole aree. 

Lavorare per contesti, invece, permette la condivisione delle informazioni necessarie con l’ausilio di strumenti digitali che facilitino lo scambio dei dati in modo intelligente. Non si sovverte la natura gerarchica dell’azienda e la sua tradizionale suddivisione in reparti ma si fa in modo che questi ultimi parlino fra di loro. 

Cambiare: semplice ma non facile 

Modificare l’organizzazione della tua azienda, perciò, «può essere semplice ma non necessariamente facile» come direbbe lo scrittore statunitense Jon Kabat-Zinn. Semplice, perché la gestione per contestinon è invasiva ma progressiva e veloce insieme e si avvale di applicazioni informatiche che si inseriscono “naturalmente” nell’infrastruttura aziendale. 

Non necessariamente facile, perché richiede una reale volontà al cambiamento che, partendo dalla leadership, investa tutti i componenti della tua impresa. 

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